Film "minori" da rivalutare. La casa nera




Ecco uno dei titoli più sottovalutati della storia del cinema horror: la fiaba nerissima scritta e diretta da Wes Craven, La Casa nera (The People Under the Stairs) del 1991.

A Los Angeles una famiglia di colore vive nell’indigenza e nella malattia. L’eroe della pellicola, un ragazzino coraggioso, decide di infiltrarsi nell'abitazione della coppia di bianchi (Wendy Robie e Everett McGill, scelti da Craven dopo averli visti in Twin Peaks) che è proprietaria di tutto il quartiere, per poterli derubare e curare così la madre gravemente malata. Il ragazzino, "Grullo" (Fool) non sa che i due sono degli psicopatici e che la casa è piena di insidie e di sorprese.

Craven ha in pratica inventato il rape and revenge con L’ultima casa a sinistra, ci ha regalato personaggi iconici e intramontabili come la famiglia di cannibali di Le colline hanno gli occhi e la mitologica figura dell’uomo nero (già in vita e poi nel sogno) Freddy Krueger con Nightmare, ha reinventato il genere horror con Scream (ma ha girato molti altri film anche di diverso genere, dal porno sotto pseudonimo al drammatico).

La casa nera è considerato uno dei suoi film minori, forse meno spettacolare de Il serpente e l’arcobaleno, ma a mio parere è una storia di forte impatto sociale e intrisa di humour nero che va rivalutata. Da notare che Craven affermò di essersi ispirato a una storia vera.

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