Drift. Cavalca l'onda. Non è Point Break, ma...
Okay, non è Point Break, ma Drift (2013), diretto da Ben Nott e Morgan O'Neill (che lo scrive anche, da un soggetto realizzato insieme a Tim Duffy) è uno di quei film che se ami il surf non puoi perderti: non a caso è australiano.
E poi scopri che il surf non è tutto.
C'è la storia di due fratelli poveri, uno più grande, Andy (Myles Pollard, volto noto del telefilm Le sorelle McLeod), che si infortuna e quello minore, Jimmy (Xavier Samuel), che lo va a salvare; Jimmy che diventa un fenomeno del surf e Andy che decide di mettere su una piccola produzione di tavole. E poi c'è l'amico debole e bruttino, Gus, che finisce in un lampo tossico e morto, a causa dello spacciatore cattivone di turno.
Non è un'impressione: questi uomini sono stereotipati. E le donne lo sono anche di più: c'è la mamma dei due fratelli, donna modesta ma grande lavoratrice, che aiuta i figli con l'attività; c'è la ragazza di Andy, che lo aspetta e lo sostiene fedelmente; ci sono le ragazzacce che spingono Gus a fare il salto dalle droghe leggere e a “mettere le ali”.
Il personaggio più affascinante del film è sicuramente quello interpretato da Sam Worthington: JB è l'outsider solitario che aiuta tutti a costo di rischiare la pelle, il nomade affascinante, il fotografo che aiuta Andy e Jimmy a far crescere l'attività.
La storia è lineare, il lieto fine quasi telefonato; ma ogni tanto vedere un film non cervellotico ci può stare, soprattutto se come me amate le prodezze surfistiche. E alcune riprese sono davvero mozzafiato.
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