Quel pomeriggio di un giorno da cani
"Se qualcuno deve uccidermi spero che lo faccia perché mi odia a morte e non perché è il suo mestiere!"
Uscito nel 1975, Quel pomeriggio di un giorno da cani riceve sei nomination agli Oscar, vincendo quello per la miglior sceneggiatura originale, scritta da Frank Pierson e tratta da una storia vera, successivamente raccontata nel documentario The Dog del 2013.
Quel pomeriggio di un giorno da cani si inserisce nella grande stagione del cinema di ribellione e di chiara posizione politica contro l'ingiustizia sociale e l'autoritarismo: è un film dove i reietti e gli emarginati (i poveri, i reduci, gli omosessuali) diventano eroi, e non può che finire in tragedia. La grandezza di questa pellicola sta nella sua capacità di unire la denuncia sociale a una tensione costruita in modo eccellente, con l'inserimento di alcuni personaggi minori che lasciano il segno, e qui penso ad esempio al ruolo di Lance Henriksen.
Nella pellicola diretta da Sidney Lumet, Al Pacino è affiancato dal grande John Cazale (ricordato così dallo stesso Pacino: "il mio compagno ideale di recitazione, avrei voluto recitare sempre con lui"), che morirà nel 1978 a soli 42 anni, dopo aver interpretato cinque film tutti candidati all’Oscar. Nell'ultimo, Il Cacciatore, Cazale, già gravemente malato di tumore, potrà recitare solo dietro grande pressione del cast e del regista Michael Cimino, e grazie a Robert De Niro che gli pagherà l’assicurazione.
Il film di Lumet inizia con la storia di una rapina tentata nel 1972 in una piccola banca di Brooklyn: tutto va storto, in cassa ci sono pochi dollari e i due rapinatori sequestrano il personale chiedendo un aereo per scappare. I criminali (il reduce di guerra gay John Wojtowicz, che nel film diventa Sonny Wortzik, e il complice Salvatore Naturile) sono in realtà due disperati: Sonny è spinto dalla necessità di lasciare un po' di soldi ai suoi figli e pagare l’operazione di transizione alla moglie transessuale Elizabeth Eden (Ernie detta "Horny", nel film chiamata col deadname Leon e interpretata dal giovanissimo e talentuoso Chris Sarandon).
Quel pomeriggio di un giorno da cani si inserisce nella grande stagione del cinema di ribellione e di chiara posizione politica contro l'ingiustizia sociale e l'autoritarismo: è un film dove i reietti e gli emarginati (i poveri, i reduci, gli omosessuali) diventano eroi, e non può che finire in tragedia. La grandezza di questa pellicola sta nella sua capacità di unire la denuncia sociale a una tensione costruita in modo eccellente, con l'inserimento di alcuni personaggi minori che lasciano il segno, e qui penso ad esempio al ruolo di Lance Henriksen.
In un'intervista, Al Pacino racconterà poi: "Fellini, un mito. Mi volle incontrare dopo Quel pomeriggio di un giorno da cani: all'improvviso mi prese la guancia e mi disse: 'Sei troppo bellino'. È stato il rifiuto più bello della mia carriera."
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