La pelle di Satana (The Blood on Satan's Claw) di Piers Haggard (1971)

Dopo aver parlato de Il grande inquisitore, veniamo alla seconda puntata dedicata alla cosiddetta Empia Triade (o Trinità) del Folk Horror, sottogenere cinematografico tornato alla ribalta negli ultimi anni (il documentario Woodlands Dark and Days Bewitched: A History of Folk Horror è del 2021).

La pelle di Satana. Tra Folk Horror e filone demoniaco

La pelle di Satana (The Blood on Satan’s Claw) di Piers Haggard, prodotto nel 1970 e uscito nel 1971, è il film cui si deve la stessa definizione di Folk Horror, benché esso si possa ricollegare anche al filone demoniaco.

In un piccolo centro rurale del Regno Unito del XVII secolo, un contadino scopre i resti di uno strano cadavere ricoperto di pelo e avvisa del ritrovamento il giudice del villaggio: le spoglie svaniscono nel nulla, mentre il paese cade preda di misteriosi avvenimenti. Macchie ricoperte di pelo iniziano ad apparire sulla pelle delle ragazze e dei ragazzi del villaggio che, sotto la guida della giovane Angel Blake, figura tentatrice e leader carismatica, iniziano a riunirsi nei boschi per celebrare riti proibiti. Spetta allora a chi è rimasto ancorato alla ragione opporsi alla deriva demoniaca, contrastando l’avanzata del Male.

La pelle di Satana fu realizzato dalla Tigon British Film Productions (sorella minore del cinema di genere britannico dopo la Hammer e la Amicus), che produsse solo una quindicina di film. Tra questi, la Tigon aveva realizzato (in quel caso con AIP) anche il primo caposaldo del Folk Horror: Il grande inquisitore.


C'è qualcosa di ancestrale e di particolarmente minaccioso nel male che insidia l’innocenza, e in La pelle di Satana sono proprio i più giovani a essere al centro del culto demoniaco: chi non viene posseduto dal potere oscuro, viene infatti sacrificato. Impossibile non vedere nel movimento giovanile dedito a cerimonie pagane e alla liberazione sessuale priva di controllo, che sovverte il mondo dei genitori, un riferimento a quella parte della gioventù hippy deragliata sotto la guida di Charles Manson.

Ma in questo film c’è molto altro, a partire dalla precisa contestualizzazione storica. Con la diffusione della peste nel XIV secolo, e nei secoli successivi fino a tutto il Seicento, era opinione comune ritenere che il Diavolo fosse responsabile delle malattie, dell’infertilità e della rovina dei raccolti. Così iniziò a diffondersi la propaganda religiosa che vedeva nelle streghe (quasi sempre donne) le emissarie del Demonio.

Linda Hayden, la strega dall'aspetto angelico  

Nei film horror, la strega è nemica del sistema maschile e patriarcale. In La pelle di Satana, il giudice (Patrick Wymark, che offre una performance contenuta, adatta al personaggio, e che morì prima che il film venisse distribuito) non crede alla stregoneria finché non ne è testimone.

Malgrado i difetti (l’aspetto trash della creatura pelosa, la mancanza di un reale sviluppo narrativo, il finale non troppo memorabile), La pelle di Satana ha personaggi interessanti (merito della sceneggiatura di Robert Wynne-Simmons), una colonna sonora inquietante di Marc Wilkinson e in particolare la fotografia di Dick Bush (storico collaboratore della Hammer) sfrutta al meglio il verde rigoglioso e la nebbia, i campi e i boschi: tutti elementi che costruiscono un’atmosfera polverosa e naturale.

Dal punto di vista strettamente horror, a parte una scena di asportazione del marchio demoniaco, non si tratta certamente di uno splatter. Ma una recensione non sarebbe completa senza una considerazione sulle scene più audaci del film, che hanno attirato parecchie critiche negative (la pellicola fu un insuccesso commerciale): Linda Hayden (che ai tempi delle riprese aveva solo 17 anni) appare senza veli in una scena di seduzione, un’immagine che è stata censurata negli Stati Uniti; nella pellicola c’è poi una sequenza di stupro cruda e morbosa, che lo stesso Haggard, nell’intervista rilasciata a Mark Gatiss nella seconda puntata di A History of Horror, ha in seguito giudicato troppo estrema. 

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