Un capolavoro da riscoprire (in stazione): Il demonio di Brunello Rondi

Il valore di una pellicola dimenticata. Ci sarebbero libri interi da scrivere su un film come Il demonio di Brunello Rondi. Noto come uno dei primi horror italiani, fu uno dei primissimi film a contenere espliciti riferimenti demoniaci, tanto che nel 1963 troviamo già la scena della camminata da ragno che verrà resa celebre da L'esorcista 10 anni più tardi. Ma il valore della pellicola va ben oltre, mostrando quasi con piglio documentaristico alcune tradizioni tipiche della Lucania dell'epoca. Anche Lucio Fulci, per il suo Non si sevizia un paperino, trarrà più di un'ispirazione da questo film che dice tutto sul pregiudizio e sulla condizione femminile di nemmeno troppo tempo fa.

Un po' di trama. Nel film Daliah Lavi è Purificata, contadina povera e ignorante in un paese di ignoranti. Ama un uomo che la ripudia perché è una "strega", che urla di notte e sente le voci. Purificata gli lancia una fattura. Il padre la prende a cinghiate, il paese intero cerca di allontanarla e il prete di esorcizzarla, un pastore la stupra. Ma lei, ostinata, torna per amore, e non finirà bene.

Il cast. Storico sceneggiatore di Fellini, con il quale ebbe un rapporto tormentato, Brunello Rondi ricevette due nomination all'Oscar per aver collaborato alla sceneggiatura di La dolce vita e 8 ½. La Lavi è bellissima e dona un'intensa tragicità a Purificata, insieme vittima e stalker. La scena della violenza, che la vede legata in uno stile quasi Bdsm, richiama un altro film interpretato dalla Lavi nello stesso anno: La frusta e il corpo di Mario Bava. Nei panni del perseguitato Antonio troviamo Frank Wolff, che avrà fortuna in molte pellicole italiane (una delle ultime La morte risale a ieri sera) per poi morire suicida ancora giovanissimo.

La sorte. In Italia Il demonio fu accolto freddamente quando non apertamente criticato e bollato come pornografico, anticlericale e reo di alimentare una visione distorta della realtà lucana. A mio parere resta un film profondamente tragico, e di horror ci vedo solo il pregiudizio. Di recente è stato rivalutato e viene spesso programmato in occasione di eventi dedicati. Enrico Ghezzi lo ha definito, non a torto, un capolavoro. 

P. S. Se volete vederlo, provate a cercarlo in biblioteca!


Ho consultato:

https://lipercubo.it/demonio-b-rondi-1963.html

https://www.ilmattinodifoggia.it/news/basilicata-free/31146/il-demonio-lucano-di-brunello-rondi.html

https://www.facebook.com/646483729072569/photos/%EF%B8%8Fil-demonio-brunello-rondi-1963%EF%B8%8Fdieci-anni-prima-che-linda-blair-facesse-la-sua-/848966112157662/


Qui trovate il nuovo commento video pubblicato sul mio canale YouTube. Alla prossima!


Commenti

  1. Grazie, mio padre sarebbe davvero felice per la sue parole. E pnsare agli attacchi che ricevette al Festival di Venezia dove venne resentato la prima volta! ps in realtà non venne mai resentato a Berlino, l'errore ricorrente su internet è che lo confodono con un altro film che vnse appumto l'orso dpro dal titolo simile, credo '' il diavolo'' di Gian Luigi Polidoro . Mi pernetto di suggerire un libro '' Il lumgo respiro di Brunello Rondi'' curato da Alberto Pezzotta e Stefania Parigi (Edizioni Sabinae, 2010) e l'ampio impprtante saggio di Fabrizio Fogliato http://www.fabriziofogliato.com/tag/il-demonio/ p.s. Io da credente (come era mio padre)e praticante cattolico- https://lavoce.hr/reportage/medugorje-la-gioia-della-fede - credo che il demonio assolutamente esista! E sono un ammiratore di esorcisti come padre Vincenzo Taborelli: https://www.lalucedimaria.it/cosa-maligno-parola-esorcista/

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    1. Buongiorno, è un onore leggere il suo commento! Mi scuso per la mia inesattezza, ammetto di non aver avuto il tempo di consultare fonti scritte ma mi sono basata su articoli che ritenevo abbastanza affidabili. La ringrazio moltissimo per il suo interessamento, io sono una umile appassionata di cinema completamente autodidatta. Grazie ancora per i suoi suggerimenti e faccio ancora i complimenti suo padre per aver realizzato un capolavoro simile.

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