Fuorivena. Un film sulla dipendenza, dalla strada


Fuorivena è un film di tossici. Per tossici, ma non solo. E si inserisce appieno nella categoria "amori distruttivi".

Z.: Hai deciso che mi devi salvare?

T.: Tu hai bisogno di me?

Z.: Ma poi chi cazzo te l'ha detto che mi voglio salvare?

Alla fine, la morale del film è che ognuno si salva (o non si salva) da solo. Gli altri sono la scusa per aggrapparci o per andare ancora più a fondo.

È una storia di strada e la protagonista, Tekla, è anche regista. Il messaggio di fondo è che, agli occhi della società, solo quella da eroina sarebbe una vera dipendenza e che finché ti fai di altro tutto sommato va bene. La differenza sta nell'accettazione sociale, insomma: finché non "dai fastidio" va bene. Ma dal punto di vista dell'individuo con una dipendenza, anche farsi il metadone o un mix di coca-anfe-erba-alcool significa comunque avere una "junkhead".

Sia chiaro che non stiamo parlando di un capolavoro, probabilmente nemmeno vuole esserlo: Fuorivena è un prodotto dalla strada per la strada, comunque è una prova notevole e non troppo sopra le righe. 



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