Detenuto in attesa di giudizio: il Sordi drammatico che ci piace



Diceva Pasolini: "Se in Sordi entrasse definitivamente questa contraddizione, se egli capisse che non si può ridere se al fondo del riso non c'è della bontà – pur esercitata o repressa in un mondo nemico – la sua comicità finirebbe di essere uno dei tristi fenomeni della brutta Italia di questi anni, e potrebbe, nei suoi modesti limiti, contribuire almeno a una lotta riformistica e morale." 

È vero, Sordi è diventato famoso per i suoi personaggi spacconi, ipocriti, scansafatiche, qualunquisti, forti con i deboli e servili con i potenti, che si vantano della propria impunità: tra i più conosciuti, il Nando (personaggio inventato da Lucio Fulci) di Un americano a Roma di Steno (1954), Il vigile (1960) e Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968).

Tuttavia, Sordi ha dato prova di grandi capacità recitative prestando il volto a ruoli apertamente drammatici: pensiamo ai personaggi di La grande guerra (1959) e Un borghese piccolo piccolo (1977) di Mario Monicelli. E poi l'Albertone nazionale resterà nel cuore di tutti come il papà di Carlo Verdone di In viaggio con papà del 1982, diretto dallo stesso Sordi.

Detenuto in attesa di giudizio del 1971, diretto da Nanni Loy, vede Sordi in una delle sue rare (e straordinarie) interpretazioni drammatiche. La pellicola, co-scritta da Emilio Sanna che si occupava della condizione delle carceri italiane, narra le vicissitudini giudiziarie e carcerarie di un italiano che da anni vive all’estero e, in occasione di un viaggio in Italia, viene arrestato poiché latitante, a sua insaputa. La sua vita viene distrutta e quando lo rilasciano è anche costretto a ringraziare. Sordi ha preso ispirazione dalla lettura del libro di Lelio Luttazzi, che trascorse alcune settimane in carcere per poi venire prosciolto ma restando segnato dall'esperienza.

Si tratta di un film estremamente politico, come molti dei migliori film italiani degli anni Settanta. Sordi, non a caso, ha vinto nel 1972 sia l’Orso d'argento sia il David di Donatello. Meraviglioso e inquietante per il fatto che la distruzione di una persona potrebbe capitare a chiunque, ve lo straconsiglio!

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