I film slasher prima di Halloween: Black Christmas e gli altri
Black Christmas (Un Natale rosso sangue) è un film del 1974 diretto da Bob Clark. La pellicola viene considerata uno dei primi slasher, un filone del cinema horror in cui un killer, spesso mascherato, uccide un gran numero di persone (di solito giovani) utilizzando perlopiù armi da taglio o di fortuna; inoltre negli slasher appaiono spesso scene di sesso o nudi, perlopiù femminili. Halloween di John Carpenter del 1978 viene universalmente riconosciuto come il primo “vero” slasher.
La questione dell’appartenenza o meno al genere “puro” da parte di Black Christmas resta aperta, in quanto Bob Clark voleva realizzare un thriller psicologico senza calcare la mano sulla resa visiva degli omicidi e senza mostrare scene di sesso o nudità. Spesso viene citato tra i capostipiti del filone anche Non aprite quella porta di Tobe Hooper, uscito lo stesso anno. Anche Le colline hanno gli occhi di Wes Craven, del 1977, presenta alcune caratteristiche tipiche: un gran numero di morti, una “caccia” che diventa una vera e propria sfida da parte di assassini psicopatici.
Prima di questi illustri esempi oltreoceano, comunque, è bene ricordare che anche in Italia possiamo annoverare alcuni esempi di proto-slasher che, discostandosi dal giallo tradizionale, danno più spazio agli omicidi, realizzati con una vera e propria escalation da killer che, pur avendo una motivazione iniziale, si fanno decisamente “prendere la mano”. Uno dei più importanti è sicuramente Reazione a catena di Mario Bava del 1971, seguito da I corpi presentano tracce di violenza carnale di Sergio Martino del 1973.
Torniamo adesso a Black Christmas del 1974. Si tratta di una produzione canadese claustrofobica e inquietante, ottimamente girata da Bob Clark su sceneggiatura di Roy Moore. Ambientato in una confraternita femminile, il film vede la presenza di un assassino di cui scopriamo poco o niente, se non che fa telefonate oscene (nel film abbondano i termini espliciti e coloriti) e che gli piace uccidere le donne. Come spesso accade, nulla si inventa e non è il cinema a ispirare la realtà: la storia prende spunto dalla leggenda metropolitana della baby sitter chiusa in casa con l’assassino che le telefona dal piano di sopra, e alcuni anni prima dell’uscita del film proprio in Canada ci fu una serie di delitti compiuta da un serial killer che si accaniva contro le donne.
La produzione ha sempre negato che il film avesse significati politici, ma è indubbio che appare con evidenza il cambiamento epocale della società degli anni Settanta. Abbiamo infatti Jessica, Olivia Hussey, che intende abortire; Barbie (Margot Kidder) volgare e alcolizzata, così come è alcolizzata e frustrata la matura direttrice Mrs Mac, Marian Waldman. Ci sono inoltre una parentesi lesbica appena accennata e uomini fragili o inadeguati: il non abbastanza attento tenente Fuller, interpretato da John Saxon; l’incapace sergente Nash; Peter, il fidanzato nevrotico di Jess incapace di gestire il fallimento della relazione; e i genitori alle prese con la sparizione delle figlie.
Curiosità: i dialoghi al telefono, spaventosi e osceni, sono stati aggiunti in un secondo momento perché il regista non voleva reazioni troppo estreme; e l’alcool che si beve la Kidder è tutto vero! Anche se il film non ebbe un grande successo alla sua uscita, nel corso del tempo diventò un cult. Tra i volti noti, attori conosciuti per i generi più variegati ma che troveremo anche in altre produzioni horror: Olivia Hussey reciterà poi in It mentre rivedremo Margot Kidder in Amityville horror; John Saxon interpreterà un altro famoso slasher: Nightmare di Wes Craven. Il regista Bob Clark invece diventerà famoso per la regia di film di tutt’altro genere, in particolare Porky’s.
Qui il mio videocommento su questo film che annovero tra i classici del Natale al pari di Una poltrona per due, Gremlins e Trappola di cristallo. Buona visione!
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