Conversazioni di cinema. The Neon Demon di NWR. Con Marco Di Napoli

The Neon Demon l'ho visto poco dopo la sua uscita e si tratta di un film di un regista che io adoro. Anche se ha fatto dei film in realtà molto diversi tra loro, ha sempre delle cose che lo rendono perfettamente riconoscibile, uno stile decisamente unico e alcune caratteristiche di fondo dei suoi film che io ritrovo sempre.

Nel caso di TND in particolare quello che colpisce immediatamente è sicuramente l'estetica del film che secondo me è pura violenza estetica, ha dei colori fortissimi; come molto spesso accade nei film di questo regista tutto è lasciato a delle immagini molto impressionanti, per così dire, non solo quando appunto si tratta dei momenti più angoscianti del film... Perché questa è una pellicola sensuale in modo morboso e ci sono anche alcune scene che lo sottolineano particolarmente, questo scendere negli abissi del proibito e del malato; ci sono delle scene davvero molto estreme da questo punto di vista, anche se non lo definirei un horror in senso stretto.

Il film parla di una ragazza molto bella - probabilmente non è la più bella, però su questo punto tornerò in seguito - una ragazza che non è della città, una ragazza insomma potremmo dire più semplice di altre che però essendo molto bella intraprende questa carriera nel mondo della moda, dove trova una serie di ragazze che sono terribilmente invidiose del suo aspetto, della sua bellezza e trova un mondo davvero sconfortante fatto di odio; c'è una competizione davvero terribile e poi c'è questa lenta discesa verso l'abisso con alcune scene, queste sì davvero orrorifiche, impressionanti.

Tra l'altro ci sarà anche una scena abbastanza estrema, perché ci sono poi delle atmosfere abbastanza sensuali ripeto, sensuali però sempre con un forte senso di morbosità appunto; è una lenta discesa verso l'orrore dell'animo umano e con questo focus sulla presenza, su ciò che appunto sembra, su ciò che appare: ci sono queste scene davanti allo specchio, le scene delle selezioni da parte degli stilisti.

Volevo tornare un attimo su un commento che avevo letto che mi aveva colpito molto, qualcuno dei tanti in realtà che non hanno capito il senso di questo film, perché non essendo come dire un film con una trama ben specifica - nel senso non è che succede chissà che cosa, alcune cose accadono ma non è un film d'azione: è un film di atmosfere e di suggestioni, dobbiamo essere noi a cogliere tutti i significati e ci sono immagini davvero molto dense di significato. Comunque mi ricordo che uno di questi commenti negativi recitava: ma lei non è mica così bella. Il punto non è che lei possa essere più o meno bella di altre, certo l'attrice è sicuramente molto bella ma probabilmente ci saranno delle attrici anche più belle e più sensuali ma non è questo il punto.

Lei è un simbolo in questo film, è un simbolo ben preciso: lei incarna la bellezza, l'apparenza e incarna la nemica da sconfiggere, incarna il ruolo da raggiungere e incarna probabilmente anche molte altre cose che tu mi aiuterai a ricordare perché ripeto, io ho dei ricordi piuttosto forti di alcune scene in particolare che però non voglio spoilerare, si tratta delle scene poi veramente più forti dal punto di vista emotivo, quelle forse più orrorifiche, però non voglio spoilerare troppo il finale e vorrei che tu mi aiutassi a porre il focus su altri elementi che posso aver tralasciato.

(...)
Sì lei a un certo punto cambia perché si fa contagiare, sostanzialmente. Comincia il contagio di quell'ambiente, di quel mondo assolutamente privo di etica e quindi non può che farsi contagiare anche lei. Lei all'inizio appunto appare come la ragazza che non viene dalla grande città, lei è una ragazza semplice che arriva dalla provincia quindi non è ancora assuefatta a un certo tipo di discorso tossico, diciamo. Chiaramente entrando in questo mondo anche lei ne viene pian piano infettata, perché si tratta evidentemente di una malattia, la malattia della realtà dell'esistenza di oggi, in sostanza: quella per la quale tutto deve essere immagine, tutto deve essere estetico. Pian piano quindi inizia a prendere consapevolezza probabilmente del fatto che che lei effettivamente è bella e forse più potente delle altre, perché lei è il nuovo che avanza, il nuovo che entra e quindi è la rivale ovviamente da battere. E quando inizia insomma a farsi appunto infettare/contagiare da questa realtà che tutto fagocita nell'immagine, è allora che le altre davvero come dire fanno scattare la violenza.

E quindi tutto quello che tu hai detto prima, il fatto che c'è la pantera e il fatto che loro la chiamano preda che si fa mangiare ha tutto poi uno sviluppo molto logico nel finale davvero allucinante. Quindi lei che prima era assolutamente innocente al suo arrivo, a un certo punto perde un po' la sua identità di diversità, cioè insomma inizia a diventare in parte simile a loro, quindi probabilmente non è neanche così diversa. Ed è allora che scatta la ferocia delle sue rivali perché capiscono che caspita, se diventa come loro diventa ancora più potente, forse ancora più feroce e più terribile di loro potenzialmente. Probabilmente questa è una delle possibili chiavi di lettura di ciò che accade nel finale, dove ci sono sia rivalità ma probabilmente anche una non totale diversità di fondo.

Comunque sì tutto quello che tu dicevi sulla luce sull'estetica sull'immagine... cioè quello che Refn ci vuole far capire attraverso questa violenza delle immagini - davvero c'è un utilizzo del colore in questo film che è qualcosa di pazzesco - e l'immagine all'obitorio che sicuramente chi ha visto il film ricorda molto bene è proprio molto emblematica. Jena Malone l'avevo vista in in altri film e qui lei è davvero uno dei personaggi più interessanti. Quella immagine dell'obitorio, che è particolarmente malata e violenta, esprime il concetto di base del film che è quello di un'immagine che deve essere portata fino alla fine, è quello di un amore anche perverso per l'immagine ed è quello che di nuovo ci riporta un po' al discorso del rapporto con il corpo, che abbiamo toccato numerose volte anche nei film di cui abbiamo parlato in precedenza.

Questo corpo che diventa qualcosa da adorare anche oltre la morte, questo corpo che successivamente un po' per un ritorno alle origini e al primitivo - insomma il corpo del nemico deve diventare il mio corpo, in qualche modo me ne devo appropriare - e qui in questo film si vedono vari modi di appropriarsi dei corpi. Da una parte appunto come dicevi tu c'è la violenza sulle modelle che accettano di farsi anche manipolare appunto dagli agenti, dagli stilisti, dai fotografi. Dall'altra parte c'è il corpo che viene assimilato. D'altra parte c'è il corpo che viene amato anche morbosamente. Quindi di nuovo torniamo prepotentemente a parlare di corpi.

(...)
Mentre parlavi, siccome appunto Refn è un regista che amo molto: tu parlavi di solitudine. Ecco un tratto distintivo sicuramente anche di altri film dello stesso regista è davvero la solitudine. In questo film in particolare si nota la mancanza totale della famiglia come del resto si notava anche del protagonista di Drive, si notava tantissimo la solitudine chiaramente in Valhalla Rising mentre in un film abbastanza tralasciato di Refn, Solo Dio perdona, invece abbiamo al contrario una famiglia - in questo caso il rapporto con una madre davvero a dir poco asfissiante agghiacciante, un eccesso di intromissione da parte della famiglia.

La solitudine sì trovo che sia sicuramente una delle chiavi di lettura in particolare invece del film di cui abbiamo parlato oggi, e il vuoto davvero di ogni cosa. Perché è un film dove le relazioni sono talmente superficiali, tutte improntate ovviamente solo all'apparenza che è davvero qualcosa di agghiacciante. E però nel finale le rivali della nostra protagonista che all'inizio del film si presenta come la vittima, la preda innocente, pur appunto in mezzo a una tale superficialità di sentimenti e di relazioni diventano complici di qualcosa di davvero terribile. Quindi trovo questa cosa abbastanza spiazzante.

(...)
Assolutamente no: ogni immagine, ogni frame è un tassello di un puzzle che è stato studiato in ogni minimo dettaglio. Assolutamente nulla è lasciato al caso in questo film, anche la musica come dicevi tu.

Questo è il mio intervento, per l'intera conversazione vi rimando al video.





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