Deliria di Michele Soavi. Il teatro dello slasher

"Sai che le persone hanno una curiosità morbosa per l'omicidio. E si metteranno in fila per vedere uno spettacolo in cui una delle attrici è stata uccisa dal vero maniaco della trama!"



Deliria (Stagefright aka Aquarius o Bloody Bird), del 1987, è una miscela perfetta di giallo e slasher italiano che segna l'esordio alla regia di Michele Soavi, che recita anche nella piccola parte di un poliziotto. Soggetto e sceneggiatura sono invece di George Eastman (Luigi Montefiore), che qui utilizza uno pseudonimo.

Un gruppo di attori di scena viene chiuso dentro un teatro isolato dal regista senza scrupoli, per eseguire una prova notturna di un imminente musical. Il gruppo non sa che un pericoloso assassino psicopatico, appena fuggito da una clinica psichiatrica, si trova dentro la struttura insieme a loro.

Il lungo preambolo iniziale ci conduce in questo film dall'estetica tipicamente anni Ottanta combinata con elementi che richiamano i gialli del decennio precedente. Uno degli omicidi poi omaggia palesemente Tenebre di Dario Argento (1982), al quale Soavi aveva collaborato come assistente alla regia insieme a Lamberto Bava. 

La colonna sonora (con la presenza di Simon Boswell), le uccisioni con l'impiego delle armi più variegate a richiamare gli horror più celebri, la fotografia di Renato Tafuri (che ritroveremo anche nel successivo La Chiesa) e lo stesso concetto di fondo rendono questa pellicola uno dei migliori slasher europei (e non solo) degli anni Ottanta.

Il climax porta verso una messinscena dentro quella che è una rappresentazione teatrale all'interno di un film. La maschera indossata dall'assassino, va da sé, contribuisce a rendere questa pellicola prodotta da Joe D'Amato immediatamente riconoscibile.

Girato negli studi abbandonati di Prima Porta, riportati in uso per l'occasione, Deliria ha vinto il festival di Avoriaz del 1987.

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