Conversazione su La forma dell'acqua di Guillermo Del Toro (2017). Con Marco e Barbara

Ho visto il film per la prima volta solo ieri sera, quindi ho ancora delle immagini molto fresche. Proprio stamattina c'è stata la brutta notizia della morte di Franco Battiato e subito ho pensato al testo di La cura collegato a questo film, quindi mi scuserete se inizio con questa breve citazione. Nel film è infatti molto presente la dimensione della cura, che è appunto anche una canzone di Franco Battiato, il cui testo è stato scritto con il fidato Manlio Sgalambro.


Ne La cura Battiato si rivolge alla persona amata sperando nella sua guarigione e sottolineando il potere terapeutico della musica, che ne La forma dell'acqua come diceva Marco è molto presente e importante. Pensiamo a quando Elisa fa ascoltare la musica alla creatura imprigionata e alla scena del sogno con quel bellissimo intermezzo del musical. Ancora nel brano di Battiato ci sono suggestioni filosofiche che ci riportano appunto all'essenza che citava anche Marco; e immagini relative al viaggio (il Tennessee di Battiato qui diventa l'agognato ritorno a casa in Amazzonia, dove la creatura è stata catturata) e ovviamente alla dimensione del sogno; e nel film quelli che erano i sogni di Battiato attraversano non solo il mare ma anche la forma umana, cosa che appunto ritroveremo anche nel finale insieme drammatico e romantico, che potrebbe essere un finale fantastico oppure solo un sogno, come è un po' la cifra stilistica di Del Toro.


Oltre alla dimensione della cura, molto presente in questo film, c’è lo sguardo. Uno sguardo d'amore che c'è tra queste due creature, una che è diversa come saranno "diversi" molti dei personaggi in questo film, quindi Elisa (la bravissima Sally Hawkins) che è diversa per vari motivi: innanzitutto il suo cognome Esposito deriva da un'infanzia infelice, Elisa è orfana e ha dei segni sul collo relativi a una violenza che ha subito quando era piccola e l'hanno resa muta; questi segni che chiaramente sono molto simili a dalle branchie e poi nel finale appunto ci sarà un collegamento. Quindi uno sguardo d'amore tra i due, con la creatura tra l'altro che ha questi occhioni che la guardano pieni di amore quando Elisa la mette in salvo e la porta a casa sua nella vasca; la creatura tende a sgranare gli occhi quando è chiaramente spaventata (ad esempio vediamo la scena col gatto, anche un po' comica se vogliamo) oppure quando vuole dimostrare amore e riconoscenza. Ma non c'è solo lo sguardo d'amore in questo film: c'è anche lo sguardo pieno di odio di Strickland, Michael Shannon, un attore straordinario.


Questo film ricorda tantissimi altri film ed è stato anche accusato di plagio da un sacco di autori. Sicuramente il brano del musical ricorda i grandi Fred e Ginger, ma ho letto che è stato accusato di plagio anche da Delicatessen e da altri autori di film che non conoscevo. Personalmente mi sembra un po' inutile avanzare critiche di questo tipo a un film che Marco fin dall'inizio ha chiamato minestrone, io lo chiamo un'enciclopedia del cinema: perché per sua stessa ammissione Guillermo Del Toro si è ispirato per la creatura (che è stata frutto di una vera e propria gestazione di nove mesi per delinearne bene la forma) al Mostro della laguna nera; e poi già il fatto che il film sia ambientato nel '62 e che i due vicini vivano sopra un cinema… Cioè c'è tutta la ricostituzione di un immaginario legato alla storia del cinema e trovo assurdo parlare di plagio, cioè davvero è pieno di citazioni. Secondo me più che di plagio si tratta di veri e propri omaggi: del resto Del Toro ha sempre fatto così; mi ricordo anche in Crimson Peak c'erano tantissimi riferimenti al cinema dell'orrore gotico classico e anche, sempre per ritornare al nostro Mario Bava, c'erano un sacco di omaggi anche a lui.


Questo Strickland, interpretato da un terrificante (nel senso buono dell'interpretazione,
ma terrificante anche come personaggio) Michael Shannon, invece è incapace di fallimento. E qui c'è una fortissima critica alla società, perché praticamente quello che capiamo da questo film è che la società in cui è inserito questo personaggio terribile è ancora peggio di lui: la società che ha generato questo mostro (il vero mostro ovviamente è rappresentato da Michael Shannon e non dalla creatura) incapace di fallimento. C'è un dialogo con il suo superiore che è illuminante da questo punto di vista: quando la creatura viene fatta fuggire e lui quindi si trova in difficoltà, dice: "Insomma un uomo non può neanche avere tanti successi e un solo fallimento? Non gli viene proprio perdonato niente?" La risposta è secca e chiarissima: "Se non trovi la creatura tu torni a essere un nulla, un niente, non sei mai esistito." PAT PAT. Una situazione che fa capire parecchio della società in cui viviamo anche noi, una società tutta tesa al successo, all'apparenza; quindi questo film ci dà molti messaggi in tal senso.


Lo sguardo di Strickland è solitamente pieno di odio, mentre diventa da rapace quando si rivolge a Elisa (dal suo punto di vista ovviamente per complimentarsi, nel senso: "Guarda, non sei neanche bella però mi attiri"). Davvero un personaggio marcissimo. Ecco Strickland è evidentemente, dal mio punto di vista, un chiaro riferimento a un'altra serie di film (ma prima di essere film erano soprattutto fumetti) e cioè gli X-Men. Perché a me Strickland ha ricordato tantissimo il colonnello Striker, che odiava tutti i mutanti ed era anche il classico uomo tutto ancorato a una serie di idee molto retrograde, molto conservatrici. Quindi questo è un altro omaggio secondo me evidentissimo a tutta un'altra serie di film, e anche lì chiaramente con gli X-Men era proprio guardare alla diversità da un altro punto di vista. 


Altra cosa evidente nel film è il classismo. "Incredibile", dice Michael Shannon a un certo punto, "sto interrogando quelle che puliscono i bagni." Poi il ragazzo del bar che respinge Giles vediamo che è pure razzista, quando entra la coppia di afroamericani li manda via dicendo che è già tutto prenotato. E poi c’è l’amica Zelda, interpretata da un'altra attrice davvero bravissima, Octavia Spencer. Giles è un altro personaggio molto interessante e che rappresenta un escluso doppiamente sia perché è omosessuale nel '62, poi perché è anziano ed è stato fatto fuori dalla società per cui lavorava perché il suo lavoro veniva considerato obsoleto: lui faceva queste pubblicità ritrattistiche molto classiche mentre nel '62 c’era già l'avvento dei fotografi.


Dico un'ultima cosa sul colore verde che qui è molto presente. Strickland ad esempio quando gli presentano la macchina nuova esclama: "Ah ma questo è verde, il verde non mi piace!" E gli rispondono: "Ma no, è turchese." Ecco il verde mi ricorda un film, sempre ambientato nel '62 e uscito più o meno nello stesso periodo, che è Green Book. Il Green Book era la guida che elencava i locali dove, negli Stati Uniti, gli afroamericani venivano accettati; quindi probabilmente anche qui c'è un collegamento, cioè si capisce perché a Strickland non piace il colore verde. 


(...)
Tra tutte le citazioni ci ho visto anche E.T., per il potere rigenerante della creatura e per la sua bontà. Quindi La forma dell’acqua mi sembra anche un tenero omaggio a un certo cinema per ragazzi.


Per la conversazione integrale, trovi il video su YouTube:




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