Conversazione su Parasite di Bong Joon-ho (2019). Con Marco e Barbara

Parasite è un film del 2019 scritto e diretto da Bong Joon-ho.

Premetto che ho visto questo film solo una volta due sere fa, quindi mi mancano molti dei dettagli che avete specificato; ma mi sono comunque segnata alcune cose.

Innanzitutto la famiglia Kim, questa famiglia povera che vediamo fin dall'inizio, vive in un seminterrato: a parte il fatto che vediamo anche delle persone che fanno i propri bisogni alla loro finestra, il seminterrato è un luogo che tipicamente viene abitato da animali come topi e scarafaggi, che sono infestanti per eccellenza; quindi fin da subito abbiamo un forte richiamo allo stesso titolo del film.

Dopodiché arriva un amico del figlio, che regala alla famiglia una roccia che avrà un fortissimo valore simbolico, e che vorrebbe portare ricchezza e fortuna alla famiglia.

Ricchezza e fortuna: questo è un punto fondamentale del film.

Mi sono subito interrogata sullo scontro famiglia povera (poi vedremo con la questione del bunker che non c'è solo una famiglia, il che rende ancora più interessante la faccenda) - famiglia abbiente. La famiglia povera è composta da menti geniali, ma la famiglia ricca?

Il capofamiglia Park non è sprovveduto, però è un padre assente; capiamo anche che probabilmente non gliene frega molto della moglie, a giudicare da una conversazione con l'autista, il signor Kim. Si capisce poi nel finale che sicuramente il signor Park tiene al figlio e si preoccupa molto quando questo ha la crisi epilettica; però non si capisce neanche bene che lavoro faccia e arriva sempre a casa disinteressato, non si accorgerebbe neanche di un meteorite sulla testa.

Invece la moglie, la signora Park, è estremamente influenzabile e manipolabile e quindi la prima cosa che mi sono chiesta dopo pochi minuti è stata: ma se la famiglia povera è composta da menti geniali (ovviamente dal punto di vista negativo, perché sfruttano la circonvenzione di incapace: sono dei truffatori), come fanno a essere ancora poveri, a vivere col sussidio di disoccupazione, a essere costretti per arrotondare a piegare il cartone delle pizze?

Torniamo per un attimo alla trama. Innanzitutto il ragazzo Kim viene assunto dalla famiglia Park come insegnante di inglese per la figlia adolescente e lui una volta dentro riesce a far assumere la sorella (negando però il legame famigliare) spacciandola per una affermata docente di Arteterapia che dovrà andare a dare lezioni al figlio più piccolo della famiglia, Da-song, ultra irrequieto.

E qui ci sono due punti fondamentali del film. Uno riguarda proprio questo figlio minore irrequieto, che secondo me è l'elemento più positivo della famiglia Park. Innanzitutto perché è vivace, certo è anche viziato, scappa nella tenda e fa i capricci, fa un po' quello che vuole... Però è quello che permette un'apertura verso l'ex governante (sostituita anche lei dalla capofamiglia Kim) tenendosi in contatto con lei tramite WhatsApp; e poi è quello che riconosce immediatamente il legame che lega la famiglia Kim e lo riconosce proprio dall'odore: è lui il primo ad accorgersene.

In seguito anche il signor Park con la moglie avrà questo confronto sull'odore del capofamiglia Kim, però il primo a riconoscerli in quanto accomunati da qualcosa (anche se ovviamente non può ancora immaginare quale sia la verità) è Da-song. Inoltre è sempre lui che vede quello che viene chiamato il fantasma, questo uomo che vive nel bunker; ed è lui che ha le crisi epilettiche, che in alcune culture vengono considerate come una specie di tramite verso qualcos'altro: c'è una sorta di apertura in cui la mente fa blackout, ma è allo stesso tempo un momento in cui la mente si apre permettendo di vedere altro.

Un altro punto del film è la famiglia negata: cioè la famiglia Kim per riuscire a farsi assumere dalla ricca famiglia Park è costretta a negare il proprio legame familiare, questa per me è una cosa molto grave.

Cioè è vero, loro sono appunto i parassiti; però come avete detto voi, Marco e Barbara (e anch'io sono sono d'accordo con questa visione) viene da chiedersi chi siano i veri parassiti. I Kim certo, sono dei truffatori, sono dei malintenzionati, arrivano a fare delle cose tremende, a far licenziare delle persone e poi alla fine vorrebbero uccidere le persone che rischiano di mettere a repentaglio la loro nuova posizione.

Posizione che però come diceva Marco fin dall'inizio è solo in apparenza più sana di quella precedente, perché comunque loro è vero, adesso possono lavorare per questa famiglia di ricchi, ma comunque alla fine restano sempre dei loro schiavi; e oltretutto sono anche costretti a negare il loro legame familiare, quindi secondo me è un doppio dramma.

Poi devo tornare un attimo sul fallimento, perché anche questa è una cosa che mi ha colpito. All'inizio, da una delle conversazioni all'interno della famiglia Kim, viene fuori che il padre, il capofamiglia, prima lavorava in una pasticceria che aveva subito un fallimento. Più tardi, quando scopriamo l'esistenza nel bunker del marito della governante che si nasconde dagli usurai, lo sentiamo raccontare la sua storia e scopriamo che anche lui a sua volta aveva una pasticceria che era andata in fallimento, e adesso appunto si deve nascondere per i debiti accumulati.

Abbiamo quindi questo fortissimo collegamento sia tra le due famiglie di perdenti, diciamo così di meno abbienti, di bisognosi; e proprio un collegamento tra i due capifamiglia per quanto riguarda il fallimento.

A questo proposito mi riallaccio invece al discorso che faceva Marco sulla mancanza di un piano. Ecco, anche questo mi ha molto colpito, quest'affermazione del signor Kim che mi ha fatto riflettere tantissimo: se non pianifichi niente, non puoi andare incontro a delusioni; se non hai un piano non puoi fallire. Ecco, questo è secondo me un messaggio che meriterebbe ulteriori approfondimenti.

Come sempre, la chiacchierata integrale è disponibile su YouTube:




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