Conversazione su Basta che funzioni di Woody Allen

Premetto che non sono una specialista in film di Woody Allen; i suoi film storici li ho visti quando ero ragazzina e molto probabilmente non li avevo capiti del tutto: devo sicuramente rivederli e guardare Basta che funzioni mi ha dato un'ulteriore motivazione a recuperarli. Tra quelli più recenti, molti li ho visti invece poco dopo l’uscita.


Basta che funzioni, del 2009, è stato scritto e diretto da Woody Allen. In realtà era stato scritto negli anni ‘70 ma non si era fatto niente, anche perché Allen aveva pensato a un interprete che poi nel frattempo era venuto a mancare. In seguito questo progetto, dopo essere rimasto nel cassetto per un bel po' di anni, finalmente è stato realizzato. 


Il film è stato di nuovo girato a New York in seguito a una fase europea piuttosto lunga di Woody Allen, dopo 4 film in Europa. Tra questi ne ho apprezzati particolarmente due: Match point che considero un piccolo capolavoro, anche perché si differenzia dagli altri per il tono estremamente drammatico; poi mi era piaciuto molto anche Scoop; mentre mi manca Sogni e delitti e Vicky Cristina Barcelona l'ho guardato in modo molto superficiale, lo dovrei rivedere.


In Basta che funzioni abbiamo un protagonista che è evidentemente un alter ego di Allen, interpretato da Larry David, nei panni di Boris Yellnikoff, un sessantenne ex fisico di fama internazionale che è stato anche candidato al premio Nobel. All’inizio è sposato con una donna molto ricca e facoltosa e vive in questa bellissima casa, poi divorzia e dopo aver tentato il suicidio va a vivere da solo in un appartamento minuscolo e abbastanza orripilante, cercando di evitare tutti quelli che non ritiene alla sua altezza: cioè praticamente tutti.


Per guadagnarsi da vivere, Boris insegna ai bambini a giocare a scacchi, ma sfoggia anche tutto il suo sadismo verso di loro e li umilia in ogni modo, litigando anche con i genitori. La sceneggiatura è davvero brillantissima e ci sono delle battute che fanno morire dal ridere.


Una sera, Boris si trova sotto casa questa ragazza che arriva dal Mississippi, Melody (Evan Rachel Wood), ex reginetta di bellezza nel suo paese che è scappata a New York per sfuggire alla madre decisamente bigotta e conservatrice.


Melody sta cercando un posto dove stare e vince il cinismo e la misantropia di Boris: riesce a rimanere da lui con la promessa che cercherà un lavoro e si toglierà dai piedi. I pochi amici di Boris (perché non sono moltissimi quelli che riescono a sopportare il suo carattere scontroso) si chiedono: Ma questa ragazza ti starà mica sfruttando? Insomma, un po' lo prendono in giro e lui - tra l'altro in modo molto superficiale, e questo è uno degli spunti del film - comincia a dare i voti alla bellezza di Melody: all'inizio le dà un 5, poi questi voti cresceranno man mano.


Dopo circa un mese Melody trova un lavoro come dog sitter e casualmente per strada conosce un ragazzo suo coetaneo; escono insieme ma questa uscita sarà molto deludente e vediamo che nel frattempo questa convivenza forzata con Boris le ha fatto assimilare gli insegnamenti del vecchio brontolone cinico (insegnamenti che potrebbero essere meglio definiti pipponi) e che questi hanno fatto breccia su di lei, tanto da farla innamorare di Boris.


Ovviamente Boris è incredulo, ma dopo aver sentito Melody ripetere un po' a papera (la base di studio della ragazza è piuttosto inconsistente) le sue esternazioni sui massimi sistemi, si sposano e qui si evidenzia però un altro aspetto particolarmente spiacevole di Boris, nel senso che la sua misantropia, il suo senso di superiorità si vedono benissimo anche da come tratta Melody che viene disprezzata nei suoi gusti, come appunto nella scelta musicale: lui rifiuta i CD di lei, la educa e la istruisce in base a quelli che sono i propri gusti e le fa sempre notare la sua scarsa intelligenza; ma questo è un tratto distintivo di Boris, che fa così con tutti.


Poi con i genitori di Melody cambia tutto. Prima arriva la madre Marietta che è molto conservatrice, molto devota ed è stata abbandonata dal marito per la migliore amica: quindi un cliché puro. L'impatto con New York però trasforma Marietta che diventa un’artista, una fotografa affermata e intraprende addirittura una relazione con due uomini alla luce del sole quindi assolutamente pacifica, smettendo di essere una devota e una conservatrice.


Nel frattempo Marietta, che detesta Boris (fa sempre alla figlia un discorso del tipo: Tu stai con un vecchio, praticamente gli fai da badante) cerca di rompere questo matrimonio. Casualmente Randy, un attore giovane e bello interpretato da Henry Cavill, si innamora a prima vista di Melody dopo averla vista per caso al ristorante e si mette d'accordo con Marietta: insieme tramano per far sì che Melody si metta con Randy e lasci Boris. 


Poi in città arriva anche il padre di Melody, perché la nuova relazione con la migliore amica della moglie ovviamente non ha funzionato e c’è una grande scoperta: il padre di Melody, sempre casualmente, parlando con un uomo al bar la sera, essendo in vena di confidenze, rivela di aver sempre represso la propria omosessualità.


Melody alla fine cede alle attenzioni di Randy e confessa a Boris di essersi innamorata di un altro. Boris come reagisce? Ovviamente subito con cattiveria, dicendole: Ah beh certo, con la tua intelligenza non potevi fare altro. E tenta nuovamente il suicidio. E qui di nuovo interviene il caso e insieme la grande ironia di Woody Allen, perché anche stavolta il tentativo di suicidio non andrà a buon fine e non solo: durante questo nuovo tentativo di suicidio Boris troverà una compagna. 


Quindi nel finale troviamo la celebrazione di quella che diventa una vera e propria famiglia allargata.


In questo film, che secondo me ha una sceneggiatura estremamente brillante e ricca di spunti e di battute davvero formidabili che però fanno molto riflettere sugli accadimenti della vita, abbiamo alcuni punti tipici del cinema di Allen. C'è un misantropo che tenta di mostrare superiorità ma in realtà si dimostra anche estremamente banale perché bollando tutti come capre dimostra appieno di essere a sua volta banale, abbastanza scontato e superficiale. Questo misantropo ha un intelletto superiore e soffre la solitudine del genio e per questo tenta il suicidio più volte, perché c'è la consapevolezza che questo genio è respingente per la gente “normale” che lui bolla come scarsamente intelligente anche con estremo disprezzo. E poi il tema ricorrente in tutto il film è la morte, che da una parte Boris cerca più volte ma dall'altra il titolo stesso Basta che funzioni significa che questa morte viene evitata il più possibile: una delle frasi più significative del film recita appunto che bisogna cercare di rosicchiare quel poco di bello e di buono che la vita ci sa dare, quindi bisogna cercare di resistere il più possibile. E poi l'umorismo che è l'arma per combattere tutte le delusioni; umorismo ma anche sarcasmo, che diventa spesso cinismo, però sempre per cercare di stare a galla.


Il vero perno attorno al quale ruota tutto il film ovviamente è il caso, è la casualità. Il caso impedisce la riuscita del primo suicidio di Boris però lascia degli strascichi (la zoppia). Il caso fa conoscere Boris e Melody e fa trovare alla madre di lei un nuovo compagno e una nuova carriera. Sempre il caso, anche se in questo caso - perdonatemi il gioco di parole - un po' aiutato da Marietta, fa innamorare Randy e Melody. Sempre il caso fa incontrare il padre di Melody e il compagno. E ancora il caso fa incontrare la nuova compagna a Boris in occasione del secondo tentativo di suicidio.


Un ulteriore aspetto è quello dell’attrazione e del sesso. Boris cerca di reprimere l'attrazione che sente immediatamente per Melody anche attraverso quello stupido sistema dei voti che da 5 passa a 7 man mano che si innamora di lei: è inutile cercare di reprimere l'inevitabile. Boris cerca di sminuire il sesso però intanto prende il Viagra per riuscire a stare con la giovane moglie. E poi è proprio la sessualità che cerca di venire repressa da parte dei genitori di Melody ma che poi esce fuori: Marietta diventa una donna estremamente aperta e il padre di Melody accetta la propria omosessualità. Questo è sicuramente un altro punto molto importante del film: inutile reprimere i sentimenti, l'attrazione e la propria sessualità, perché tanto viene tutto fuori.


E poi un altro aspetto del film è sempre questo atteggiamento un po' beffardo verso la religione che ha Allen: ci sono queste immagini di Marietta molto devota con Boris che ride…


L'ho trovato davvero molto divertente, anche se è stato accusato di essere eccessivamente buonista con il finale un po' alla tarallucci e vino secondo me riassume molto bene la filosofia di Allen e ha un significato molto positivo: anche davanti a tutte le storture e le delusioni c'è sempre qualcosa che ci fa andare avanti, sostanzialmente.


(...)


Oltre a essere un film molto divertente e con un finale senza dubbio positivo, infonde allo stesso tempo anche tristezza; perché il compromesso è sempre un accontentarsi, è sempre uno scendere di livello rispetto ai nostri grandi sogni: il sogno del grande amore, il sogno dei grandi sentimenti. Quello che dici è vero, è anche un film contro l'eccessiva razionalità; però c'è sempre quella tristezza di fondo che poi ci porta alla mera constatazione del fatto che bisogna accontentarsi. Cioè, Basta che funzioni è proprio questo: ma sì, basta che più o meno vada bene, basta stare più o meno bene; proprio un grande accontentarsi. 


Tra l'altro si potrebbe discuterne per anni credo, perché l'amore così come noi lo immaginiamo nella forma del grande sogno è sicuramente una costruzione culturale. Le grandi fiabe tradizionali, che di recente sono tornate in auge per il famoso caso-non caso di Biancaneve, è da anni che ad esempio in Spagna si discute del fatto che sono in realtà estremamente diseducative, perché sono centrate su un’idea di donna che deve farsi salvare dal principe di turno. Fin da piccole le bambine vengono quasi costrette a leggere e vedere i film tratti da queste fiabe e da qui si imposta tutta una costruzione culturale; in realtà poi quello che conosciamo tutti i giorni dell'amore è un po' diverso, non è che si trova un principe al supermercato...


Come sempre, qui la conversazione integrale:





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