Il mal di luna: licantropi al cinema. Con Marco e Barbara

Partirò direttamente dalla concezione di lupo mannaro e licantropo: la figura di quest'ultimo risale almeno alla mitologia greca, anche perché il nome deriva da lì. Troviamo parecchi riferimenti anche nella mitologia romana e in quella nordica.

Lupo mannaro e licantropo non sempre sono sinonimi: il lupo mannaro può essere un lupo particolarmente mostruoso che attacca o mangia gli esseri umani, mentre il licantropo normalmente è più inteso come un uomo mutaforma.

La definizione della Treccani è interessante: un licantropo è una persona affetta da licantropia; è un termine usato in letteratura più che nel linguaggio scientifico, e corrisponde all'immagine del lupo mannaro nella superstizione popolare.

Superstizione popolare che c'è andata giù davvero pesante coi lupi mannari, perché nei secoli tra il tardo medioevo e fino al Seicento ci sono stati migliaia di processi ad assassini, ma anche a stregoni e a persone con comportamenti tali da risultare in odore di satanismo, spesso accusate di essere licantropi.

Ancora oggi nella letteratura medica viene citata la licantropia clinica; non a caso il "mal di luna" tende a essere tuttora considerato nella tradizione popolare un sinonimo di malattia nervosa.

Tra l'altro ho letto una storia molto interessante sul cosiddetto "lupo mannaro di Villa Borghese" che nel '49 assediava la gente, e che poi è stato messo in prigione e in seguito in manicomio. 

Passiamo ora al cinema. Il licantropo ultimamente è tornato abbastanza di moda, però piace meno del vampiro - forse perché è un po' meno sexy - e piace meno dello zombie che adesso è in grande spolvero.

L'Uomo Lupo sicuramente ce lo ricordiamo nei vecchi film della Universal degli anni '30 e '40 e insieme a Dracula e al mostro di Frankenstein è entrato di prepotenza nell'immaginario collettivo del '900.

Dopo i famosi classici della Universal ne sono arrivati tanti altri, ma ricordo un film in particolare, del '57, che troveremo poi riproposto in altre vesti più comiche e scanzonate 30 anni dopo: I was a teenage werewolf, che per la prima volta mostra un adolescente alle prese con la trasformazione ed è un po' la stessa idea di fondo che sta dietro a Voglia di vincere (il cui titolo originale è non a caso Teen wolf).

Per quanto riguarda invece il cinema più vicino a noi, la figura del lupo mannaro moderno nasce forse negli anni '80 quando vediamo i capolavori del genere: Un lupo mannaro americano a Londra di Landis che ha anche una forte dose di humour, con una scena di trasformazione fantastica e la scena dell'incubo che adoro particolarmente; un altro grandissimo film dell'epoca è L'ululato di Joe Dante con un'aura marcissima, molto incentrato sulla carne e sul sesso e sull'atmosfera di complotto; e poi ci sono tanti altri film: Wolfen, In compagnia dei lupi, Unico indizio la luna piena

Facciamo un salto temporale e arriviamo ai titoli che abbiamo deciso di trattare questa sera. Licantropia Evolution mi sembra un film molto interessante perché c'è la tematica degli adolescenti, in questo caso sono due sorelle molto legate e sono anche due cosiddette sfigate, escluse dalla vita sociale; hanno 15/16 anni e non hanno ancora avuto le mestruazioni, il che è un dettaglio importante all'interno del film.

Queste due sorelle hanno come hobby quello di inscenare il proprio suicidio e poi di proiettare le immagini a scuola, tra l'altro come compito in classe e suscitando le critiche di alcuni insegnanti che vedono in queste cose macabre qualche disturbo psicologico. I finti suicidi mi hanno ricordato quelli presenti in Harold e Maude con scene anche molto divertenti.

Poi accade "il fatto", l'attacco: una delle due sorelle viene morsa da un lupo mannaro e contemporaneamente le vengono le mestruazioni; quindi c'è tutta una fase di crescita, di trasformazione fisica doppia: da una parte abbiamo l'entrata nell'età adulta, dall'altra la mutazione relativa invece al fatto che la ragazza è diventata un lupo mannaro.

Questo film sottolinea il fortissimo legame tra le sorelle e poi anche con la madre, come si vedrà alla fine; mentre in pratica si esclude la figura del padre che è sostanzialmente inutile. Licantropia Evolution è inoltre una grandissima metafora delle malattie sessualmente trasmissibili e in questo mi ricorda un film successivo, It follows, che vi consiglio e che a me piace davvero moltissimo.

Tornando alla nostra giovane licantropa, una volta che viene contagiata cambia vita: diventa sexy, popolare e dice chiaramente: "Io non intendo tornare indietro". Da lì le cose non potranno che precipitare.

Il secondo film di cui parliamo stasera può sembrare agli antipodi rispetto al primo, perché tra l'altro è ambientato in un residence per anziani. Night of the wolf - Late phases, del 2014, mi piace perché lo trovo particolare proprio per questo motivo: la tematica della solitudine e dell'isolamento legata all'anzianità. 

Gli anziani ospiti di un residence ai margini del bosco vengono sostanzialmente liquidati e trascurati dai figli che non hanno tempo per loro; e anche le autorità, per dirla tutta, se ne fregano altamente dei barbari ritrovamenti di anziani sbranati dai lupi.

All'inizio del film vediamo un reduce ormai cieco che arriva nel residence accompagnato dall'amato cane guida; a portarlo lì è il figlio con il quale, si nota subito, il rapporto è aspro e conflittuale. Ecco, il tema reduce potrebbe farlo apparire il classico film statunitense pieno di retorica che esalta il sacrificio per la Patria; in realtà non è assolutamente così, almeno secondo me.

La scena della trasformazione mi piace molto e mi ricorda un po' la famosissima scena analoga di Un lupo mannaro americano a Londra. Invece il tema della guerra mi ricorda i soldati di uno degli altri film moderni più importanti sui licantropi, che è Dog soldiers di Neil Marshall (anche se dello stesso regista preferisco decisamente The Descent). E poi c'è l'unione dei temi religione e disabilità, il che mi ricorda un altro cult anni '80 che è Unico indizio la luna piena.

Una curiosità sull'attore protagonista: Nick Damici aveva interpretato anche uno dei film a tema vampirico più originali degli ultimi 15 anni, che è Stake Land.

Aggiungo una cosa che riguarda Pavese: nei Dialoghi con Leucò c'è un piccolo racconto sull'Uomo Lupo ed è molto interessante perché ci sono questi due cacciatori e uno dice all'altro che non si è mai visto di un animale che diventa uomo, mentre è più facile che sia l'uomo a diventare animale per acquisire potenza e appropriarsi della forza e delle caratteristiche degli animali. Appunto come diceva Barbara il vero licantropo è quello che decide lui quando trasformarsi, che riesce a decidere e a utilizzare la ragione umana in aggiunta alle sue aumentate capacità invece più bestiali.

Come sempre, qui c'è la chiacchierata integrale con Marco e Barbara:



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