Slasher estivi oltre Venerdì 13. The Burning
Erano gli anni Ottanta e gli slasher (gli horror truculenti dai morti "facili") andavano come il pane. Più o meno: a The Burning di Tony Maylam, uno dei migliori non-franchise slasher a basso costo esistenti, non è andata tanto liscia. E, tra l'altro, non esiste un'edizione italiana.
Uscito nel 1981, l'esordio al soggetto (la sceneggiatura è del fratello Bob) e alla produzione di Harvey Weinstein e della sua Miramax è stato completamente schiacciato dalla contemporanea distribuzione di altri slasher più pompati: considerato un clone di Venerdì 13 (anche se dalle informazioni sembra che l'idea di The Burning sia precedente), è uno slasher pieno di sangue, ignoranza e belle ragazze, girato a mio avviso molto meglio dell'illustre predecessore.
La trama. Cropsy è il custode del campo estivo Camp Blackfoot. L'uomo subisce uno scherzo e si spaventa al punto da restare orribilmente sfigurato. Ricoverato in un reparto speciale per ustionati, viene rilasciato molto tempo dopo con l'avvertimento che gli ci vorrà del tempo per reinserirsi in società.
Vestito per uccidere. Il primo delitto di Cropsy è diverso da quelli successivi. La prima vittima è una prostituta, mentre l'omicida indossa un impermeabile e un cappello e uccide usando forbici e strangolamento: uno stile che ricorda quello degli assassini presenti nel genere del giallo all'italiana.
Il lago. L'assassino raggiunge un campo vicino al luogo dell'incidente che lo ha reso sfigurato e inizia a uccidere i ragazzi presenti per vendicarsi della propria sorte. Il film, per quanto i personaggi siano stereotipati, regala un'immagine davvero realistica della vita all'interno di un campo estivo.
Le uccisioni. La scena della canoa e delle dita tagliate è un must per i fan degli slasher. Il lavoro di Tom Savini, che in pochi giorni riesce a realizzare l'efficace trucco di Cropsy e i cruenti effetti dei suoi attacchi con le cesoie, è davvero notevole.
Il cast e la colonna sonora. Il film segna il debutto di Jason Alexander, Fisher Stevens e Holly Hunter. Il livello della recitazione è in generale molto buono, a differenza di altri film simili. Inoltre, quello che in alcune recensioni è ritenuto un difetto (la presunta "lentezza" del film) a mio parere è funzionale al coinvolgimento dello spettatore: a differenza dei ragazzi della scena iniziale, le vittime di Cropsy sono sostanzialmente ingenue, non bulli senza cuore come accade in altri film. Nota speciale per la colonna sonora di Rick Wakeman.
Curiosità. Quella di Cropsy è una storia basata su una leggenda metropolitana del New Jersey e dello stato di New York che presto, tuttavia, sarebbe diventata realtà. La versione più comune era quella di un paziente psichiatrico, fuggito dall'ospedale, che vagava nei tunnel sotto Willowbrook, un istituto sospettato di essere stato teatro di abusi negli anni Sessanta. Andre Rand, ex custode di Willowbrook, fu accusato nel 1987 della scomparsa di alcuni bambini.
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