Diabolik e la parodia mancata dei Manetti Bros.
Secondo me, Diabolik voleva essere una parodia.
Solo che non è riuscita bene, perché non fa ridere; o almeno, non abbastanza.
Luca Marinelli, che per me è uno dei migliori attori italiani di sempre, qui è uno stoccafisso; va bene che interpreta il re del terrore dallo sguardo d’acciaio, ma così è davvero TROPPO.
Valerio Mastandrea fa Mastandrea, con la faccia da Mastandrea: in The Place era preciso identico a Ginko. E infatti non stona più di tanto, anzi nel cast è quello che mi infastidisce meno.
Miriam Leone ammicca per tutto il tempo, deglutendo rumorosamente almeno 8 volte, con la perenne espressione “so’ fica, so’ bella” e una tinta orrida dal colore indefinito.
Alessandro Roja, che mi è piaciuto tanto in The end? L’inferno fuori, qui lo trovo inguardabile.
I personaggi secondari con la dizione romagnola e la recitazione da Coliandro (che io adoro, sia chiaro, ma qui non è cosa) fanno il resto.
Le pause, che vorrebbero essere da grande cinema, visti i livelli recitativi fanno rimpiangere Centovetrine.
Non sono però d’accordo con le critiche alla sceneggiatura, che trovo tutto sommato adatta a un film che è un palese omaggio a uno dei primi numeri del fumetto, che è degli anni Sessanta.
Visivamente, se si sorvola sulla recitazione, Diabolik è un film piacevole, con un’estetica curatissima, e la scena iniziale è un gioiellino. Anche la colonna sonora è molto gradevole, se si eccettua il pezzo di Manuel Agnelli che è un trito autocitazionismo di spessore (non inteso come qualità positiva).
Insomma, se non vi interessa particolarmente il grande cinema ma siete fan di Diabolik e di Miriam Leone che qui mostra un centimetro di riga del sedere e in due scene indossa un negligee trasparente senza niente sotto, il film potrebbe piacervi.
Luca Marinelli, che per me è uno dei migliori attori italiani di sempre, qui è uno stoccafisso; va bene che interpreta il re del terrore dallo sguardo d’acciaio, ma così è davvero TROPPO.
Valerio Mastandrea fa Mastandrea, con la faccia da Mastandrea: in The Place era preciso identico a Ginko. E infatti non stona più di tanto, anzi nel cast è quello che mi infastidisce meno.
Miriam Leone ammicca per tutto il tempo, deglutendo rumorosamente almeno 8 volte, con la perenne espressione “so’ fica, so’ bella” e una tinta orrida dal colore indefinito.
Alessandro Roja, che mi è piaciuto tanto in The end? L’inferno fuori, qui lo trovo inguardabile.
I personaggi secondari con la dizione romagnola e la recitazione da Coliandro (che io adoro, sia chiaro, ma qui non è cosa) fanno il resto.
Le pause, che vorrebbero essere da grande cinema, visti i livelli recitativi fanno rimpiangere Centovetrine.
Non sono però d’accordo con le critiche alla sceneggiatura, che trovo tutto sommato adatta a un film che è un palese omaggio a uno dei primi numeri del fumetto, che è degli anni Sessanta.
Visivamente, se si sorvola sulla recitazione, Diabolik è un film piacevole, con un’estetica curatissima, e la scena iniziale è un gioiellino. Anche la colonna sonora è molto gradevole, se si eccettua il pezzo di Manuel Agnelli che è un trito autocitazionismo di spessore (non inteso come qualità positiva).
Insomma, se non vi interessa particolarmente il grande cinema ma siete fan di Diabolik e di Miriam Leone che qui mostra un centimetro di riga del sedere e in due scene indossa un negligee trasparente senza niente sotto, il film potrebbe piacervi.
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