Madre! di Darren Aronofsky. Conversazione con Marco e Barbara

Considerando che Marco ha già detto praticamente tutto quel che si poteva dire, voglio comunque aggiungere alcune considerazioni su Madre! di Darren Aronofsky. Ho riscontrato talmente tante tematiche all'interno di questo film, talmente tante chiavi di lettura; piani e livelli come sono quelli della casa, tra l'altro, che sarebbe impossibile - e pure brutto! - citarli tutti: perché secondo me è un film che va visto coi propri occhi, nonostante sia stato molto criticato (ricordiamo che è stato tra l'altro candidato ai Razzie Awards, non è stato capito ed è stato anche un flop al botteghino... come quasi tutti i film di Aronofsky, quindi è sempre un dato molto relativo).

Fin dall'inizio assistiamo a una scena molto simbolica, di forte impatto: una gemma viene posta, da colui che scopriremo presto essere un demiurgo, su una specie di perno; e da qui ha inizio tutto. Vediamo questa casa, che prima era ridotta in cenere evidentemente a causa di un incendio, che riprende forma e prende i colori di una casa molto naturale, secondo il mio punto di vista: colori chiari, una casa illuminata molto spesso in modo naturale con le candele; una naturalezza che rispecchia parecchio quella di Jennifer Lawrence che è a sua volta molto semplice. La vediamo subito con una camicia da notte molto naturale, ha capelli fluenti anche questi molto morbidi e naturali e un vestiario semplice.

Vediamo tra l'altro che la semplicità di Madre è una caratteristica criticata da una delle prime persone che iniziano a invadere la casa, come aveva citato poco fa Marco, interpretata da Michelle Pfeiffer: una donna molto sofisticata ed elegante, molto curata e truccata, con vestiti anche molto sexy e provocanti, che le dice chiaramente che dovrebbe essere più sensuale per il suo uomo. Questo è uno dei tanti aspetti del film: il rapporto con la nudità del corpo. Jennifer Lawrence per interpretare questo film si è messa davvero a nudo in tutti i sensi, ha anche rilasciato una dichiarazione dicendo che in un primo momento non era d'accordo a svelare alcune parti del suo corpo che poi vediamo durante uno degli atti di violenza del film - e la violenza è uno dei temi ricorrenti nella pellicola.

Questo rapporto con il sesso, lui che non vuole avere rapporti con lei - a quanto pare anche per un rifiuto della paternità - è una delle tante chiavi di lettura del film che mi ha davvero molto colpito: il fatto che lei resti incinta praticamente in seguito all'unico atto sessuale che è un mezzo stupro… Ci sono tanti riferimenti, non solo quelli cristologici e relativi alla creazione. C’è la relazione tra due persone, diciamo la chiave di lettura forse più semplice. Non posso e non voglio spoilerare, però è anche un film che si può leggere davvero come la degenerazione del rapporto uomo-donna. Che cosa accade quando l'uomo rifiuta la paternità? Javier Bardem sembra quasi rinnegare la paternità del figlio per abbracciare invece la paternità creativa.

Lui è infatti un poeta e questo film ci dice tantissimo sul rapporto con la creazione intesa come creazione di un'opera d'arte, che può essere letteraria o altro, e il rapporto con la fama e con la folla. La folla è uno degli elementi distintivi del film, perché c'è una vera e propria home invasion e una violenza che degenera fino a diventare assurda.

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Ci sono anche altri modi di leggere il film. Mi ha colpito molto il fatto che Madre, pur essendo la (ri)costruttrice della casa, sembra non averne mai visto le fondamenta: infatti a un certo punto vediamo che scopre le reali fondamenta della casa, che sono anche il punto più vulnerabile della stessa e questo ovviamente si può leggere anche come una sorta di analisi: le parti più oscure di noi che vengono alla luce. Infine, ho letto questa dichiarazione dello stesso Aronofsky su un'altra lettura del film citata da Marco in apertura e che riguarda la distruzione della natura. Questo film - e la sua struttura - si possono vedere come l'uomo che incessantemente continua a distruggere la natura in tutti i modi, perché non sa dove altro andare: “Dove altro potrei andare?” è una domanda che viene posta molto di frequente nel film. Appunto, l'uomo non ha un altro pianeta da infestare ma ovunque vada riesce a distruggere tutto. Questa secondo me è una visione davvero molto pessimista.

Aggiungo poi che guardandolo la prima volta ho pensato: “Questo film sembra un Begotten mainstream!” Per chi non lo sapesse, Begotten è un film molto particolare sul quale vi invito a cercare informazioni (ne avevo parlato qui): anche lì c'è una storia - delirante - di creazione e biblica molto inquietante; film che ha ovviamente tutta un'altra struttura e altre ramificazioni, si intende. Per concludere, in una critica ho letto che l'atmosfera di paranoia può ricordare per certi versi il cinema di Roman Polanski, anche se qui prende ovviamente tutto un'altra forma. Io però ci ho visto, più che Polanski, un film italiano: Il profumo della signora in nero di Francesco Barilli, che per gran parte possiede questa atmosfera di paranoia e di complotto e poi nella parte finale ha una scena molto estrema e inattesa.

Come sempre, su YouTube la conversazione integrale:





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