Il potere del cane. Conversazione con Marco e Barbara

Grazie a Barbara e Marco che hanno già detto quasi tutto. Premetto che questo film in realtà non mi ispirava molto, infatti mi hanno convinta - quasi costretta - a guardarlo per parlarne stasera e sono stata felice di poterlo fare perché mi è piaciuto parecchio.

Ho letto molte critiche su Il potere del cane e francamente non capisco bene per quale motivo venga così attaccato. Dal mio punto di vista si tratta di un film girato in modo davvero molto efficace, come spiegava benissimo Barbara - su questo punto infatti non intendo aggiungere altro - e interpretato in un modo davvero notevole. Devo dire che non me l'aspettavo, perché non amo particolarmente nessuno dei protagonisti: detesto cordialmente Kirsten Dunst che non ho mai considerato una grande attrice; Benedict Cumberbatch l’ho sempre trovato abbastanza mediocre; Jesse Plemons lo avevo trovato bravino in Sto pensando di finirla qui - ne avevamo già parlato - ma nulla di eccezionale; e Kodi Smith Mc-Phee, visto in vari film, lo ricordavo più per la sua “faccia strana” - ha un volto di quelli che non passano inosservati - che per le sue capacità interpretative. Ecco, devo dire che mi sono ricreduta perché trovo che il film sia interpretato molto bene e capisco le tante candidature agli Oscar.

Personalmente il film mi ha fatto venire in mente, per via di alcuni punti in comune, I segreti di Brokeback Mountain e tra l'altro Annie Proulx, la scrittrice di Gente del Wyoming (uscito nel 1998), ha ammesso di essersi ispirata molto al libro che ha a sua volta ispirato Il potere del cane, un romanzo di Thomas Savage pubblicato nel 1967.

Questo film mi ha fatto venire in mente anche un libro che avevo acquistato molti anni fa, Fantasie virili di Klaus Theweleit, perché la pellicola tratta in modo molto intelligente alcune delle tematiche sull'omosessualità latente collegata al mito del “vero uomo”. Ripeto, lo fa in modo talmente intelligente che tutte le carte nel film vengono mescolate: come diceva Barbara i personaggi sono molto ambigui. Infatti Il potere del cane ci pone una serie di domande e ci dà alcune risposte, ma non tutte e quindi si mantiene sempre vivo l'interesse che ci fa venire voglia di sapere come finisce; ma allo stesso tempo non è uno di quei film eccessivamente cervellotici che ci instillano solo domande senza darci risposte.

Nel film è costante l'osservazione del corpo dell'uomo - tra l’altro vediamo anche delle riviste tipiche all'interno del film - e ci sono numerose scene con rudi cowboy che poi prendono il sole e suonano la chitarra sempre mezzi nudi. La nudità, soprattutto di Phil, viene messa parecchio in rilievo; però mentre di solito il canone estetico della perfezione del corpo maschile è normalmente associato a un'idea di corpo pulito (pensiamo anche nell'arte classica all'atleta che si deterge il sudore) nel film sembra che questa cosa sia un po' messa in discussione, nel senso che Phil ama cospargersi di fango, di terra, rimanere sporco e gli si dice più volte che è sporco, che puzza, che dovrebbe lavarsi… Ecco, questo è un aspetto molto interessante ed è una delle sfumature del film che secondo me lo rende particolarmente intelligente: è tutto un nascondersi e un mostrarsi, con queste carte che vengono continuamente sparigliate. Il potere del cane ci dà tanti elementi su cui soffermarci, quindi nonostante la sua durata secondo me riesce benissimo a tenere viva l'attenzione senza mai annoiare.

(...)

Aggiungo una cosa che mi è venuta in mente durante l'esposizione di Marco: secondo me la pellicola diretta da Jane Campion non è solo una sorta di passaggio tra il vecchio mondo e il mondo civilizzato ma è anche se vogliamo, nella dinamica in particolare tra due personaggi, il ruolo dell'astuzia, dell'intelligenza e della formazione culturale che interviene in soccorso di una supposta fragilità - non voglio spiegare oltre perché racconterei troppo a chi non ha visto il film - però questo è forse il suo aspetto più interessante e mi è venuta una gran voglia di leggere il romanzo dal quale è tratto.

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